“Zone di guerra, geografie di sangue – L’Atlante delle stragi naziste e fasciste”
2 Marzo 2017
È in uscita il volume che conclude il progetto di ricerca dell’ANPI e dell’INSMLI sulle stragi compiute in Italia da nazisti e fascisti tra il 1943 e il 1945
Con la pubblicazione del volume “Zone di guerra, geografie di sangue – L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia” ed. Il Mulino, tra brevissimo nelle librerie, si conclude il progetto di ricerca, promosso da ANPI e INSMLI e finanziato dal Governo tedesco, che ha portato alla realizzazione dell’Atlante delle stragi naziste e fasciste.
Oltre a stragi tragicamente note, come quelle di Monte Sole e di Sant’Anna di Stazzema, il periodo compreso fra l’8 settembre del 1943 e la fine della guerra ha visto cadere sotto il fuoco tedesco e fascista un grande numero di italiani, in larga misura cittadini estranei alla lotta partigiana, vittime di rastrellamenti o rappresaglie, ma in parte anche antifascisti e partigiani inermi, già catturati e disarmati ed eliminati in una spietata politica del terrore. Molti di questi episodi non erano stati finora indagati a fondo, mentre da una loro valutazione complessiva e comparazione è possibile dedurre informazioni sulle strategie di guerra dei tedeschi e sul ruolo dei fascisti repubblicani. Risultato di un censimento svolto su oltre cinquemila casi di violenza perpetrati ai danni della popolazione civile e dei partigiani inermi, questo volume fornisce una mappa completa e ragionata delle stragi che hanno insanguinato l’Italia, analizzandole dal punto di vista geografico e storiografico. Accanto alla ricostruzione degli avvenimenti, sono presi in esame i contesti nei quali le stragi ebbero luogo, il ruolo dei responsabili, le dinamiche delle azioni partigiane, le strategie di sopravvivenza dei civili, ponendo in rilievo i nessi fra i singoli episodi e gli obiettivi dell’esercito tedesco in Italia. «Zone di guerra, geografie di sangue» mette a disposizione di studiosi, studenti e interessati alla storia nuove informazioni e interpretazioni sulla «guerra ai civili».
Il volume è curato da Paolo Pezzino e Gianluca Fulvetti
Luoghi di Memoria e Resistenza
La memoria è quel filo invisibile ma tenacissimo che tiene unite le comunità. La storia di un popolo non è solo un susseguirsi di date, di vittorie o di sconfitte, è innanzitutto il racconto di una identità fatta di cultura, sensibilità, simboli. Ci sono stati popoli che hanno subito tragiche diaspore ma solo quelli che hanno saputo conservare la memoria di sé sono riusciti a non perdere la speranza di un riscatto.
Quando l’Anpi insiste nella difesa della memoria non è solo per conservare quel patrimonio ideale che ha portato l’Italia a sconfiggere il nazifascismo avviando una nuova stagione di libertà. La verità è che solo ricordando chi siamo stati si può proseguire sulla strada della democrazia. Ed è questo l’insegnamento che non si deve mai dimenticare.
Toscana
- Il Museo della Resistenza di FosdinovoVia delle Prate 12 – Strada provinciale 9
54035 Fosdinovo (MS) - Il Museo di Sant’Anna di StazzemaVia Coletti 22
55040 Sant’Anna di Stazzema (LU) - Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e ResistenzaVia di Cantagallo 250
(Loc. Figline)
59100 Prato (PO) - Stanze della MemoriaVia Malavolti 9
53100 Siena (SI)
Donne e Uomini della Resistenza
Oltre 3000 ritratti delle donne e degli uomini dell’antifascismo, della Resistenza e della Guerra di Liberazione: è un risultato sul quale forse nessuno di noi avrebbe scommesso, tanti anni fa, quando abbiamo intrapreso questo cammino. La nostra si conferma così come la più importante rassegna di biografie di antifascisti esistente in rete.
Dobbiamo questa intensa galleria al lavoro, alla passione e alle ricerche di Fernando Strambaci, giornalista, che a suo tempo fu giovanissimo sappista. A lui il nostro sentito ringraziamento, che estendiamo a quanti, in questi anni, ci hanno aiutato a ricostruire le biografie di antifascisti spesso troppo frettolosamente dimenticati.
Dal menu sulla destra potete sfogliare questo archivio in più di un modo.
Nonostante le sue dimensioni – lo dobbiamo ribadire ancora una volta – la nostra rassegna è ancora necessariamente solo una piccola parte, una autentica goccia nel mare rispetto a quel totale che comunque sempre abbiamo in mente.
Nel corso dell’ultima guerra mondiale, infatti, furono decine di migliaia i partigiani che parteciparono attivamente, spesso a prezzo della vita, alla guerra di liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupante nazista.
In questa guerra, migliaia e migliaia furono i Caduti in combattimento, le vittime delle rappresaglie e delle stragi, i feriti, i mutilati, i torturati, gli arrestati, i deportati nei Lager nazisti, la cui biografia a buon titolo potrebbe essere aggiunta a questa nostra rassegna.
Senza alcuna pretesa di essere esaustivi, ci pare tuttavia di poter dire che questa galleria (nella quale sono comprese tutte le Medaglie d’oro al valor militare della guerra di Liberazione, diciannove delle quali sono state conferite a donne), sia rappresentativa delle mille sfaccettature del movimento partigiano, nel quale confluirono, trovando coesione e unità, uomini e donne di diverso orientamento politico e ideale e di differente ceto sociale, uniti nella determinazione di riscattare la dignità del Paese, offesa da un ventennio di regime fascista e da una sanguinosa occupazione militare straniera.
È stato calcolato che i Caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere finiti nelle mani dei nazifascisti), siano stati complessivamente circa 44700; altri 21200 rimasero mutilati o invalidi. Tra partigiani e soldati italiani caddero combattendo almeno 40 mila uomini (10260 furono i militari della sola Divisione Acqui, Caduti a Cefalonia e Corfù). Altri 40 mila IMI (Internati Militari Italiani), morirono nei Lager nazisti.
Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d’oro al valor militare.
Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10000. Altrettanti gli ebrei italiani deportati; dei 2000 di loro rastrellati nel ghetto di Roma e deportati in Germania se ne salvarono soltanto 11. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono 7 partigiani e 771 civili e uccisero in quell’area 1830 persone. Per quella strage soltanto nel gennaio del 2007 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all’ergastolo dieci ex SS naziste.
Queste poche migliaia di biografie vogliono quindi essere solo un omaggio a tutti coloro che, in ogni tempo e in ogni condizione, seppero mettere i valori della libertà e della democrazia al di sopra di ogni cosa, persino della incolumità propria e dei propri cari.