SEZIONE ANPI AREZZO
“SPUNTÒ L’ALBA”: il manifesto ANPI del 25 aprile
“Strade di Liberazione”
SEZIONE ANPI AREZZO
L’ANPI invita le cittadine e i cittadini a deporre un fiore, alle ore 16 del 25 aprile, sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate ad antifasciste/i e partigiane/i.“STRADE DI LIBERAZIONE”
L’ANPI invita le cittadine e i cittadini a deporre un fiore, alle ore 16 del 25 aprile, sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate ad antifasciste/i e partigiane/i. Il tutto dovrà avvenire nel pieno rispetto delle normative anti-covid, per cui non dovranno essere più di due le persone a compiere il gesto simbolico, possibilmente un giovane ed un adulto. In questo modo il 25 aprile il Paese si ritroverà riunito intorno a quella straordinaria stagione di lotta per la libertà e la democrazia. Un fiore che diverrà una luce accesa sul sacrificio di tante donne e uomini da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione.
Tra le molte strade della Città di Arezzo,dedicate ai partigiani e agli antifascisti. ne citiamo ad esempio alcune, dedicate a caduti decorati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare come le vie Sante Tani, Modesta Rossi, Pio Borri e Licio Nencetti, che si trovano nella zona tra via Garibaldi e via Rodi, le vie Angelo Recapito e Eugenio Calò nella zona davanti al Parco di Villa Severi e i viali dedicati a Giovanni Amendola, Bruno Buozzi, Antonio Gramsci, don Giovanni Minzoni e molte altre ancora. Questa iniziativa, proposta dal comitato nazionale ANPI si affianca a quella locale “e questo è il Fiore del Partigiano…” promossa da ANPI Arezzo, ARCI e Circolo Aurora.
Aderiscono, tra gli altri: Arci, Articolo 1, Cgil, Cisl, Fiap, Fabrizio Gifuni, Massimo Ghini, Partito Democratico, 6000sardine, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Rete NObavaglio, Comune di Firenze, Unita – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo
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Cittadine e cittadini di tutta Italia, aderendo all’iniziativa dell’ANPI, si sono mobilitati il 25 aprile per deporre un fiore sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate alle partigiane e ai partigiani. Una selezione delle foto
La Festa della Liberazione ha mosso una diffusa passione antifascista e la volontà di rendere concretamente onore alle combattenti e ai combattenti per la libertà. Così, aderendo all’inziativa “Strade di Liberazione”, promossa dall’ANPI, cittadine e cittadine, famiglie, si sono recati presso le targhe di vie e piazze dedicate a antifasciste/i e partigiane/i per deporre un fiore. E l’intero Paese si è illuminato di bellissimi petali di memoria
ANPI in lutto per la scomparsa di Enzo Gradassi
La perdita di Enzo lascia un vuoto incolmabile.” Così Gianni Sarrini, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Arezzo commenta la scomparsa di Enzo Gradassi, giornalista, ricercatore, storico e memoria della Resistenza aretina. Era nel direttivo di sezione dell’Anpi e aveva fatto parte del Comitato
Gradassi avrebbe compiuto 70 anni la prossima settimana. Di origine contadina, cosa di cui andava orgoglioso, aveva lavorato in Provincia prima come addetto stampa e poi presso l’assessorato alla cultura, si era dedicato alla ricerca storica e aveva pubblicato molti libri ed articoli. Al suo lavoro presso l’amministrazione provinciale dobbiamo fra l’altro la collana editoriale “Provincia di Arezzo: arte cultura storia”, numerose mostre documentarie e il “Museo virtuale dell’antifascismo e della resistenza.“ A breve sarebbe uscita la sua ultima minuziosa ricerca, condotta assieme a Santino Gallorini, sulla cattura ed il successivo assassinio dei fratelli Tani e di Aroldo Rossi, il 15 giugno 1944, nel carcere di Arezzo.
“Enzo non amava la retorica, – prosegue Sarrini – e diventa difficile ricordarne la figura senza rischiare di cadervi. Aveva conosciuto e intervistato molti dei protagonisti dell’antifascismo sia degli anni ’20 sia della Resistenza. Per noi era una fonte inesauribile di consigli, notizie e, coerentemente con il suo carattere, rimbrotti sempre costruttivi. Aveva spaziato su molti temi, riportando alla luce personaggi sconosciuti ai più. Mi rimane difficile pensare al futuro senza di lui.”
“A nome della sezione aretina e del Comitato provinciale dell’Anpi – conclude Sarrini – rivolgo il più stretto abbraccio alla compagna, ai figli e quanti, e sono tanti, che hanno voluto bene al questo geniale, appassionato e competente studioso.”
La salma si trova esposta presso le Cappelle della Misericordia di Arezzo. Le esequie si terranno martedì 19 maggio alle 17 presso il roseto del tempio crematorio del cimitero di Arezzo.
Se n andata Luisa, coraggiosa e inarrestabile staffetta partigiana
Nella notte di Pasqua è mancata Luisa Ballocci, insegnante, una splendida figura di donna colta e schiva che ho avuto il privilegio di conoscere parecchi anni fa, staffetta partigiana nei mesi del passaggio del fronte nel nostro territorio e che ha attraversato la propria vita con inconsueta sobrietà, mantenendo il proprio impegno nell’Anpi. “
Luisa, coraggiosa e inarrestabile staffetta partigiana
Il ricordo di Enzo Gradassi, autore e appassionato conoscitore di storia locale, che rende omaggio alla signora Ballocci, storico volto della resistenza aretina“
Se n’è andata Luisa, coraggiosa e inarrestabile staffetta partigiana
„ella notte di Pasqua è mancata Luisa Ballocci, insegnante, una splendida figura di donna colta e schiva che ho avuto il privilegio di conoscere parecchi anni fa, staffetta partigiana nei mesi del passaggio del fronte nel nostro territorio e che ha attraversato la propria vita con inconsueta sobrietà, mantenendo il proprio impegno nell’Anpi.
Vedova di Dario Tenti, indimenticato organizzatore culturale, artista, insegnante e ideatore, prima del “Premio Arezzo di pittura” e poi della “Galleria Comunale d’Arte contemporanea”, Luisa era nata a Trequanda il 15 novembre 1933 da Luigi, sindacalista socialista e perseguitato politico lui e da Giuseppina Dini, insegnante elementare lei. Era sorella di Raul, comandante partigiano dell’VIII Banda Autonoma del “Raggruppamento Monte Amiata”, di Ernesta (Nenne) e Silvia di qualche anno più grandi di lei.Raul lavorava all’Annona, l’autorità comunale preposta ai mercati e, dopo l’8 settembre 1943, sfuggì per puro caso, alla deportazione: fermato da un tedesco alla stazione di Arezzo come renitente alla leva, venne condotto sotto la minaccia delle armi, a Firenze, dove riuscì a scappare e a tornare a Pergine, dove era allora sfollata la famiglia.
Ma, come tributo di affetto, è a Luisa che voglio lasciare la parola per raccontarsi con la freschezza e l’intensità che non riuscirei ad avere
“Raul assieme ad altri ragazzi della sua età, tutti renitenti alla leva, si ritirò nei monti, nelle montagne di Montelucci, sopra Pergine, dove restarono circa un mese: praticamente si organizzarono nel frattempo. Noi cominciammo ad andare a portargli da mangiare tutti i giorni, le coperte quando ne avevano bisogno. Stavano in un capanno di frasche. Dopo un mesetto si trasferirono in Pratomagno, perché lì non era più molto sicuro.Insieme a Silva si andava in giro per la campagna a comprare le uova, la ricotta, la verdura… (allora ci si riforniva dai contadini direttamente), così la gente di Pergine era abituata a vederci sempre in giro…
Si cominciò a fare le staffette. La sera da mia mamma capitavano sempre delle persone che venivano a lezione per prendere la licenza di terzaelementare.
Lei riceveva delle missive e le consegnava a mia sorella che provvedeva, assieme a noi più piccole, alla consegna. Il tragitto era Pergine-Pieve a Presciano-Badia Agnano. Ma quasi arrivate a Badia Agnano, si svoltava in una strada di bosco che arrivava ad un casolare chiamato San Donato dove c’erano famiglie contadine che tenevano i partigiani, che li ospitavano. A loro si portavano queste missive. Saranno stati sette-otto chilometri da Pergine: si andava e si tornava tutto a piedi.
La mia mamma ci aveva fatto una tasca di stoffa chiusa con un bottone che, con una nastro poteva essere legata in vita e contenere i messaggi.
Poi Silva dovette smettere, perché le camicie nere fasciste che pattugliavano il paese ci seguivano. Noi non ce ne eravamo accorte, ma i contadini – che vedevano e sapevano tutto – si. Uno di loro andò dalla mia mamma e disse “Guardi non è il caso che mandi la Silva fuori il pomeriggio perché le camicie nere la seguono”.
E allora si continuò noi: io, la Nenne e il cane. Questo succedeva due-tre e talvolta quattro volte la settimana. Lo abbiamo fatto decine e decine di volte. Per un mese e mezzo l’ho fatto anche da sola: io e il mio cane, perché Nenne, che era più gracilina si ammalò.
Perché dico che noi eravamo coscienti di quello che facevamo?
La mia mamma ci aveva raccontato e spiegato tutte le sofferenza… questa impossibilità del mio babbo di avere un lavoro remunerativo, tutte le ingiustizie che le famiglie meno abbienti subivano nei confronti di quelle ricche: ci aveva detto che la stessa occupazione tedesca era il modo per tenere l’Italia sottoposta ai voleri di Hitler.
Dunque sapevamo di svolgere un lavoro illegale e rischioso.
Fin dall’inizio mi era stato raccomandato di non aprire mai le missive, a rischio della vita di tante persone. Persone che facevano questa lotta importantissima per il nostro paese.
La mamma diceva che non dovevamo sapere niente. Quindi questo è stato fatto senza nessun merito, senza nessun merito personale: certo i ragazzi che a vent’anni scelsero invece di imbracciare il fucile fu una cosa molto diversa… o le donne che proteggevano e curavano i partigiani quando erano feriti, o quelle che nascondevano i prigionieri, quelli evasi dai campi di concentramento: quelle rischiavano la vita. Ne ricordo ancora uno che si chiamava Smith. Quasi in ogni famiglia ce n’era uno, famiglie di contadini. Specialmente quelle vicino al bosco, perché scappavano e si nascondevano nel bosco..
Queste donne meravigliose: ho visto il senso della solidarietà, anche perché loro speravano proprio che quello che loro facevano per questa gente fosse stata la stessa cosa che le donne di paesi lontani facessero per i loro figli o per i loro mariti. Quante volte glielo ho sentito dire!
Un grande ricordo è quello dei giorni della liberazione: una grande gioia. Eravamo tornati a Pergine, in paese e ci hanno detto “Arrivano gli inglesi, arrivano gli inglesi”. Tutti fuori nella strada ad acclamare questo esercito che noi sentivamo proprio come liberatore. Non facemmo in tempo a godere proprio niente perché da Montozzi, nella collina, tre-quattro tedeschi con un cannone cominciarono a bombardare il passaggio dei carri armati inglesi. Però questo bombardamento avveniva sulle case di Pergine! Allora via, tutti in cantina, per otto giorni, senza quasi respirare, perché il cannoneggiamento fu terribile. Alla fine gli inglesi, con molta calma, mandarono un loro caccia a snidarli.
Per primi arrivarono gli inglesi, poi arrivarono gli indiani ed anche i sudafricani, fra i quali anche qualche nero (io non li avevo mai visti), poi i polacchi.
Poi passarono anche gli ebrei della Brigata ebraica, che stettero un mesetto a Pergine. Tanto è vero che mia sorella Silva conobbe un ragazzo, che poi sposò l’anno dopo quando ritornò e poi si trasferì con lui in Israele”.
Alla famiglia e ai figli un abbraccio riconoscente.
“
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In questi tempiin cui i rigurgiti di fascismo e antisemitismo si fanno sempre più forti è necessario far sentire la nostra voce in difesa dei diritti e dei valori conquistati con la Resistenza.Ti aspettiamo!Sez. ANPI Arezzo
Venerdì 31 gennaio 2020 ore 17,30
Centro di Aggregazione Sociale di Tortaia, via Alfieri, 28/30 – Arezzo
“Resistenza e resilienza. Antifascismo IERI, OGGI & DOMANI”
(nell’ambito del 75° Anniversario della Liberazione).
PROGRAMMA: 17,30 SALUTI, poi a seguire:
ANPI (Prof. Giorgio Sacchetti dell’Università dell’Aquila): “Fascismo, antifascismo e mondo del lavoro in Provincia di Arezzo”
ARCI, OXFAM: Storie migranti. Inclusione contro lo sfruttamento
CGIL AREZZO: La disgregazione sociale delle periferie
TAVOLA ROTONDA : Antifascismo del futuro
DIBATTITO
APERICENA con cibi tipici della Resistenza
SPETTACOLO TEATRALE a cura di Marzia Schenetti
ORGANIZZATORI: ANPI – CGIL – ARCI – CAS TORTAIA – OXFAM Intercultura – Onda d’Urto – Federazione degli studenti.
Lutto nell’ANPI aretino per la scomparsa di uno degli ultimi combattenti per la Libertà.
La sezione aretina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia partecipa al dolore dei familiari per la scomparsa avvenuta ieri del partigiano Luciano Bianchi, nome di battaglia “Ciccillo”, nato ad Arezzo nel 1925.
Bianchi combatté in Pratomagno nella banda volante “La Teppa”, inquadrata nella XXII Brigata garibaldina “Pio Borri” e comandata dalla medaglia d’oro al valor militare Licio Nencetti, trucidato dai fascisti a Talla.
Luciano aveva ricordato la propria esperienza di partigiano nel libro “E io ero Sandokan. Sguardi partigiani”, curato da Lorenzo Nasi, pubblicato ad Arezzo nel 2011. Il 25 aprile 2016 Luciano Bianchi aveva ricevuto dal Prefetto di Arezzo la “Medaglia della Liberazione”, concessa dal Governo Italiano ai protagonisti della Resistenza.
«Poco dopo aver celebrato il 74° anniversario della liberazione nazionale piangiamo la scomparsa di uno degli ultimi protagonisti di quella lotta, – dichiara Gianni Sarrini, presidente dell’Anpi aretino – Luciano, fino a che le condizioni di salute glielo avevano consentito, aveva sempre partecipato attivamente a tutte le celebrazioni della Resistenza. Ai familiari di questo combattente per la Libertà le più vive condoglianze dei partigiani aretini.»
I funerali di Luciano Bianchi si svolgeranno domani, giovedì 2 maggio, alle ore 14.30 nella chiesa di S. Maria delle Grazie ad Arezzo.
27 Gennaio 2019 IL GIORNO DELLA MEMORIA
per non dimenticare e commemorare le vittime dell’Olocausto
iniziative cui aderisce la sezione di Arezzo dell’ANPI.
POMERIGGI IN BIBLIOCOOP
Sabato 26 gennaio (ore 17) Sala soci/ BiblioCoop di via Vittorio Veneto: Presentazione del volume LA TELA DI SONIA. Affetti, famiglie, arte nelle memorie di una maestra ebrea di Sonia Oberdorfer – a cura di Marta Baiardi, Alessia Cecconi e Silvia Sorri. Presentano Marta Baiardi e Marco Botti
La memoria di Sonia Oberdorfer, insegnante vissuta principalmente tra Firenze e Genova, si inserisce nel copioso filone autobiografico della generazione di ebrei che vissero guerra e persecuzioni ma riuscirono a sfuggire alla deportazione.
Domenica 27 Gennaio (ore 10) – La passeggiata della domenica “Tanti passi per star bene” sarà dedicata a questa ricorrenza Il percorso toccherà i luoghi legati agli ebrei in città, dal Campaccio a Via Seteria. Un modo per omaggiare questo popolo nel giorno in cui si ricorda l’Olocausto. Ritrovo e partenza ore 10 dal Supermercato Coop.fi di via Vittorio Veneto.
DOMENICA 27 GENNAIO (ore 17). Libreria Feltrinelli (via Garibaldi 107, Arezzo). In occasione della Giornata della Memoria: dibattito sugli antifascismi a partire dagli ultimi libri (una grafic novel, un romanzo e un saggio storico) dedicati al Campo d’internamento di Renicci di Anghiari (AR). Partecipano: Gianni Sarrini presidente ANPI sezione di Arezzo, Andrea Merendelli regista, Giorgio Sacchetti storico.
AMEDEO SERENI IL PARTIGIANO “TOM” CI HA LASCIATI
ANPI in lutto per la scomparsa di Amedeo Sereni
Si è spento venerdì 4 dicembre all’Ospedale San Donato, dove era ricoverato da prima di Natale, Amedeo Sereni (nome di battaglia “Tom”), presidente provinciale onorario dell’Associazione Partigiani d’Italia, personaggio pubblico molto noto in città e in provincia.
Sereni, nato a Castiglion Fiorentino nel 1924, aveva fatto parte della Resistenza come partigiano nei ranghi della XXIII Brigata garibaldina “Pio Borri” e partecipato alla Liberazione della sua cittadina. Aveva in precedenza lavorato come tecnico specializzato in Germania e parlava fluentemente il tedesco, cosa che in un’occasione gli salvò la vita, quando cercando medicine per un compagno ferito fu fermato da una pattuglia tedesca: mentre era scortato lungo una strada, sentì i soldati germanici che parlavano di sparargli alla schiena, comprendendo la frase si lanciò fulmineo in una scarpata e sfuggì alla morte, riuscendo poi anche a procurarsi le medicine. Dopo la Liberazione di Arezzo si arruolò volontario nel rinato esercito italiano. Combattente della divisione “Cremona” partecipò alla Liberazione di Alfonsine (RA) di cui anni dopo, fu nominato cittadino onorario assieme agli altri volontari aretini.
Sereni ha avuto una vita lungamente impegnata in politica: iscritto al Partito Comunista dal 1944 ne è stato funzionario di partito e dirigente fino agli anni ‘90. Nelle istituzioni locali fu consigliere comunale ad Arezzo dal 1966 al 1970 (anche assessore dal 1969 al 1970 con il sindaco Renato Gnocchi) infine consigliere e assessore provinciale dal 1970 al 1980. Nel 1991, dopo la svolta della Bolognina che sancì la fine del PCI, Sereni fu tra i fondatori ad Arezzo del Partito della Rifondazione Comunista.
Dell’Anpi era stato a lungo il segretario provinciale con i presidenti Aldo Ducci ed Enzo Droandi, poi nel 2001 alla morte di Droandi, Sereni aveva assunto il ruolo di presidente provinciale, ricoperto fino al congresso del maggio 2016 dove venne acclamato presidente onorario. Il 25 aprile 2016 aveva ricevuto in Prefettura la medaglia al merito del 70° della Liberazione Nazionale, onorificenza istituita nell’occasione dal Governo.
“Perdiamo uno degli ultimi partigiani ancora in vita Amedeo è stato per decenni l’anima e la memoria della nostra associazione, cui aveva dedicato la propria vita con centinaia di iniziative e celebrazioni. “
Tutte le Sezioni dell’aretino sono vicine alla famiglia condividendone il dolore per la grave perdita .
INIZIATIVA SU GRAMSCIPoliteia, CGIL e ANPI organizzano un’iniziativa pubblica con il professor Angelo d’Orsi dell’Università di Torino, in occasione della quale verrà presentato il suo ultimo libro: ”Gramsci, una nuova biografia.”
A ottant’anni dalla morte capire la vita e la vicenda intellettuale di Antonio Gramsci può ancora servire per capire il mondo in cui viviamo, o per provare a rimetterlo in discussione.Una nuova biografia di Antonio Gramsci, condotta alla luce delle acquisizioni documentali degli ultimi due decenni. Una biografia che è attenta soprattutto agli aspetti intellettuali e politici della complessa personalità di Gramsci, ma non trascura l’universo affettivo in cui si colloca la breve esistenza di questo personaggio. In tale sede sarà presente un banchino di La Feltrinelli Point Arezzo per poter acquistare il libro dell’autore.L’evento si svolgerà giovedì 19 Aprile presso la Cgil di Arezzo (via Monte Cervino 24 alle ore 21:00”La labile memoria del fascismo in un Paese anti-antifascista”
In tale occasione cercheremo di rispondere alle seguenti domande:
1)Cosa è stato il fascismo?
2)Siamo ancora oggi in presenza di fascismo?
3)Cosa è stato l’anti-fascismo
4)Possiamo parlare oggi di crisi dell’anti-fascismo?Cercheremo di riflettere su tali questioni con Simone Duranti.
Mercoledì 11 Aprile dalle ore 21:00 presso il Circolo Aurora di ArezzoMEDAGLIE DELLA LIBERAZIONE
70esimo della Liberazione di Arezzo
Trasmesso da TSD Comunicazioni